Livio Minafra ha maturato l'abilità ad imprimere andamenti sorprendenti alle proprie composizioni, con la naturalezza propria di chi al talento ha unito la lucida – e febbrile – visione di ciò che si agita intorno al proprio mondo. Come rileva Giorgio Gaslini nelle linear notes: «Eseguiti con un pianismo impetuoso, gli undici suoi brani lasciano percepire, all'interno di solide e volitive strutture formali, gli echi diversamente sfumati di riferimenti alle sue frequentazioni e ascendenze: i modi ritmici e "pazzerelli" dei comici del cinema muto (Buster Keaton, Ridolini), i suoni della natura che generano accordi consonanti e naturali, il moto perpetuo alla Paganini, la nota ribattuta come in una celebre pagina chopiniana, le armonie lasciate risuonare con il gusto impressionistico alla Debussy, certe linee veloci e circolari care a Rimsky Korsakov e al suo celebre calabrone volante, e ancora le debussyane "scene infantili", certi "ostinati" delle danze ungheresi di lisztiana memoria, e qualche sprazzo di filastrocca popolare subito smentito da robuste frasi iterate alla maniera del "riff" jazzistico".Livio vive di un'estetica non di "musica assoluta", ma nei meridiani di coscienza che privilegiano l'intenso e travagliato indagare nel sentimento: questo l'intuibile contenuto del suo "suono".»
Organizzatore: Università Popolare Aperta della Città di Rovigno, Istria